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IO LEGGO/4: IL DOLORE DEL TIGLIO

Il dolore del tiglio

di Antonio Fresa

Una donna che, amando senza riserve, diventa la vittima di un uomo violento; un lento cammino per ritornare a essere padrona della propria esistenza. Un romanzo intenso e dalle mille voci che ci conducono nel cuore della vicenda. Una storia che sembra un modello di resilienza e di coraggio.

Laura Scanu ci racconta la storia di Lucilla, miscelando la voce della protagonista con quelle delle tante persone che interagiscono con il suo dolore.

La nostra breve presentazione del romanzo di Laura Scanu, Il dolore del tiglio, deve necessariamente riferirsi alla frase che fa da sottotitolo: Per un metallo la resilienza è il contrario della fragilità. Per una donna anche.

Ci sembra utile e indicativo riportare anche le domande con le quali si apre la postfazione che Stefano Scatena ha dedicato al romanzo.

E’ utile riportarle perché sono domande importanti e utili a indirizzare la lettura e collocarla in una riflessione necessaria, quasi obbligatoria nella nostra società: “Cosa spinge una donna nella nostra epoca di emancipazione a sopportare il peso di una relazione con un uomo violento? Cosa prova nell’interminabile scorrere del tempo, appesa a una speranza flebile, presente solo nella sua mente?”.

Queste domande, dicevamo appena sopra, devono essere viste come un’opportunità per fermarci a riflettere; la cronaca corrente, con il suo vociare, sembra mostrare tutto e spiegare tutto, mentre in realtà non mostra e non spiega e ci lascia attoniti a cospetto del moltiplicarsi degli episodi di violenza nell’ambito di quelle che dovrebbero essere le relazioni affettive più protettive e rassicuranti.

La violenza sulle donne, nelle sue varie forme, non è lontana e insidia la vita di tutti noi senza autorizzare nessuno a volgere la testa e passare oltre. Siamo tutti chiamati a interrogarci su quei comportamenti che, forse con presunzione, la nostra epoca e la nostra cultura volevano dare come superati.

La violenza, e questa è una certezza che dobbiamo necessariamente condividere, non può appartenere, come comodamente sentiamo ancora dire a più riprese, allo spazio privato della coppia e della relazione.

Lucilla si era innamorata, quando meno se l’aspettava, senza condizioni, senza paure, senza troppe riflessioni.

Lui era apparso improvvisamente nella sua vita, e lei si era arresa senza alcuna protezione, senza alcun limite, non temendo niente.

Lui era apparso con simpatia, come un uomo che sappia offrire un amore dolce e necessario. Le sue parole erano state avvolgenti e le sue premure avevano scavalcato ogni preclusione.

Un giorno, un gesto, un atto, una violenza senza perché si presentano in un istante: la mano di lui colpisce Lucilla, inattesa e improvvisa e tutto cambia. La tela dell’amore si squarcia e da essa emerge una persona nuova, inattesa, violenta, opprimente, cattiva, subdola.

Il dolore e la sorpresa si fondono, con lo stupore, con l’ingiustizia, con la storia, con il silenzio, con il segreto. Raccontare o tacere? Chiedere aiuto o attendere? Farsi complice del carnefice o allontanarsi dal pericolo?

L’idea di quel rapporto che sembrava amore si frantuma in mille parti di vetro tagliente e il desiderio di salvare almeno la visione dell’amore, la costringe a non aver cura del proprio dolore.

Lucilla resterà per un lungo tempo come imprigionata nelle proprie domande. Perché è accaduto questo evento? Perché lui mi ha colpito con tanta malvagia durezza? Domande, una catena di domande e un dubbio fatale che consegna la vittima al carnefice: forse non è accaduto…forse ho fatto qualcosa che…

Gli episodi si ripetono; e la violenza cresce e si fa aggressiva e lesiva.

Con la necessaria durezza e un’indubbia incisività, Laura Scanu ci prende per mano e ci fa seguire Lucilla e le sue relazioni con quelli che vorrebbero lei proteggerla, amarla, restituirla a se stessa.

Questo insieme di voci, pur narrandoci l’immensità di un dolore, serve a Laura Scanu a farci comprendere il cammino attraverso il quale Lucilla riesce, un passo dopo l’altro, a fare i conti con la brutalità del proprio uomo e a separare il proprio destino da quello di lui.

Senza troppo svelare della trama del romanzo, ci piace ricordare Lucilla con una valigia, per un viaggio, con un treno, per un incontro.

Lucilla finisce col trasformare il suo nome e concedere a se stessa una nuova vita e una nuova speranza di serenità accolta da altre donne.

Laura Scanu
Il dolore del tiglio
DAVID AND MATTHAUS, 2016
pagine 82, € 9,90

 

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