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SCATTO D’AUTORE / 2: DANIELE BOTTIGLIERI

PAGANI: LA MADONNA DELLE GALLINE

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La storia

Si tratta di un rito che non è possibile raccontare solo a parole. E’ un susseguirsi di storie di devozione, di suoni, di danze, di suggestioni, di emozioni vere che si ripetono da oltre cinque secoli.
E’ una storia fatta dalla gente che si porta appresso storie di vita unite a momenti di religiosità e fede che come in tutte le tradizioni popolari si fondono con riti arcaici e pagani.
Era l’ottava di Pasqua quando fu appunto ritrovato il quadro della madonna.
Forse fu sotterrato nell´ottavo-nono secolo , per sottrarlo alla distruzione della lotta iconoclasta , che vietò il culto delle immagini sacre, o anche alle feroci incursioni e razzie dei saraceni.
Quest´immagine dopo il disseppellimento, fu conservata a lungo nel piccolo oratorio dell´Annunziatella, detto anche Spogliaturo, perché lì i confratelli , prima di accompagnare i morti alla sepoltura, si svestivano dei loro abiti per indossare quelli prescritti dal rito.
Lo stato di deperimento del quadro rese necessaria la sua riproduzione su tela e ciò dovette avvenire nei primi anni del 1600, quando, a seguito del primo miracolo ad opera della sacra immagine (l´improvvisa guarigione di uno storpio) , ne seguirono in poco tempo ben altri sette.
Crebbe così la devozione verso la Madonna del Carmine e nel 1610, accanto all´oratorio dell´Annunziatella, si iniziò la costruzione della chiesa a lei dedicata, che dalla metà del secolo XVIII è conosciuta anche come Madonna delle galline.
Nel 1954 è stata elevata a Santuario Mariano.

La festa

Nel pomeriggio del Venerdì in Albis si svolge il rito dell’apertura del Santuario ai fedeli. I “tammorrari” ed i danzatori paganesi battono le pelli di capra delle tammorre, cantano ‘a figliola e danzano in cerchio sino a quando vengono liberati colombi e tortore.
Dopo l’apertura, la festa religiosa continua la domenica in Albis con la Processione.
La statua lignea ottocentesca della bella Madonna dai boccoli d’oro, dalle nove in punto attraversa vicoli, cortili, centro e periferia della città.
I fedeli, a migliaia, fanno volare coriandoli dalle proprie abitazioni addobbate con drappi. I più devoti offrono galline, colombi, pavoni e soldi. Gli abitanti espongono negli antichi cortili un quadro della Madonna addobbato e lo circondano di drappi e lenzuola del corredo. Prima di rientrare al suo Santuario, la Madonna si reca in piazza Sant’Alfonso per ricevere le due galline che Sant’Alfonso personalmente amava offrirle.
La festa dura sino all’alba del lunedì quando i “tammorrari” si recano al Santuario a consegnare le tammorre che il Priore depone ai piedi della Madonna.
La sera del lunedì inizia il “Ritmo Festival”, festival di musica popolare con esibizione di paranze locali ed artisti di fama internazionale.

I toselli

Al passaggio della processione della Madonna per le varie strade del centro storico vengono aperti i cosiddetti toselli. Il tosello è un luogo dove l’invocazione alla Madonna si esprime in forme barocche e sontuose. La sua preparazione inizia un mese prima dei festeggiamenti e consiste nell’addobbare un angolo del proprio cortile per farne omaggio alla Madonna.
In serata il tosello si anima di tammorrari per l’inizio della veglia alla Madonna e si sente per tutta la notte il suono delle tammorre ed il canto dei devoti. Solo all’alba del lunedi i tammorrari smettono di suonare e danno vita ad un corteo che si dirigerà fino al santuario della Madonna dove deporranno ai suoi piedi le loro tammorre. Questo sancisce la fine dei festeggiamenti e rimanda tutto al prossimo anno.

(gianfrancolari)

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