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IO LEGGO/13: BLUES PER CUORI FUORILEGGE E VECCHIE PUTTANE

Massimo Carlotto: Blues per cuori fuorilegge e vecchie puttane

di Antonio Fresa

 

In Blues per cuori fuorilegge e vecchie puttane tornano in azione i nostri “eroi”, dopo una pausa mal sopportata da tutti gli appassionati lettori dei romanzi di Massimo Carlotto.

Marco Buratti, Max la Memoria e Beniamino Rossini inseguono se stessi, indagando sul mondo che sprofonda e perde ogni possibile regola.

In una realtà senza regole e senza alcuna fiducia nel futuro, Buratti, Max e Beniamino sono “eroi” che, pur avendo vissuto sul piano individuale tutte le possibili sconfitte e disillusioni, hanno ancora forte il senso della loro amicizia.

Il rispetto degli altri, malavitosi in genere, l’hanno guadagnato sul campo perché sono rimasti gli unici a rispettare una qualche regola di comportamento.

Per chi non appartenesse ancora alla compagnia dei lettori di Carlotto, è bene ricordare che Marco Buratti è un investigatore senza licenza che indaga e agisce con il supporto di Beniamino Rossini, “vecchio contrabbandiere” la cui fama non è stata mai oscurata dall’inganno o dalla delazione, e di Max la Memoria, archivista dei delitti e della malavita internazionale.

Buratti, Rossini e Max hanno la consistenza dei “relitti” di un’epoca che tramonta e agiscono, ancora e comunque, nel rispetto di regole che sentono necessarie a distinguere i “buoni” dai “cattivi”.

I loro metodi non sono ortodossi e neppure legali; eppure nel loro agire resta la traccia di una sorta di nostalgia per una giustizia tradita, per un’onestà creduta possibile, per un’utopia pensata come raggiungibile.

I nostri eroi credono ancora, ognuno con una strada diversa, nell’amore, nei perduti amori o nei possibili amori.

I nostri eroi conoscono tutto il marcio del mondo e degli uomini, e sanno affrontarlo con durezza, cattiveria e violenza; eppure portano nei loro sguardi, nelle loro parole e nelle loro scelte l’impressione che il mondo potrebbe anche essere diverso, almeno per un poco, almeno per un sogno, almeno per un ricordo, almeno per una canzone, almeno per l’ultimo bicchiere.

In questa commistione è sempre emersa, nelle storie fin qui narrate, la struggente capacità narrativa di Carlotto nel tenere insieme dolore e schifo, violenza e amore.

Nei suoi romanzi, attraverso personaggi unici e scolpiti con sapienza, Massimo Carlotto si è assunto, ben prima della sociologia e della cronaca, l’onere di guidarci nelle mutazioni antropologiche di un paese che ha subito in pochi anni uno stravolgimento irreversibile.

Esageriamo per intenderci e speriamo che l’autore non ce ne voglia: la caduta del Muro di Berlino, salutata da molti come la vittoria del capitalismo, avrebbe dovuto indurre a un’analisi più attenta della nuova realtà storica ed economica.

L’ebbrezza per le celebrazioni del dio denaro/mercato ha accomunato i popoli dell’Est alla ricerca di una nuova ribalta e quelle regioni d’Italia che da poco avevano dimenticato la loro originaria povertà. In questo incontro/scontro tutto è cambiato e tutto risponde a una sola legge: quella della corruzione, economica, morale, politica.

Ognuno ha il suo prezzo; ognuno ha il suo vizio che lo rende ricattabile; ognuno ha un’ambizione che richiede mostruosi alleati.

Ecco il mondo che Carlotto ha narrato nei romanzi dedicati all’Alligatore e alle attività di Giorgio Pellegrini, un uomo complesso e contorto, che si muove nel confine labile tra i servizi segreti e la malavita organizzata.

Una vicenda complessa, una trappola da evitare e qualche nuova storia da iniziare: ancora una vola Carlotto sa trovare l’equilibrio giusto per offrirci una lettura che toccare il lettore.

Massimo Carlotto
Blues per cuori fuorilegge e vecchie puttane
edizioni e/o, 2017
pagine 224; € 16,00
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