IO LEGGO/10: FIGURINE
Silvano Calzini: Figurine
di Antonio Fresa
Le figurine dei calciatori fanno parte, senza dubbio alcuno, della nostra storia nazionale e sono state compagne di vita e di gioco di generazioni intere.
Chi non ricorda la trepidante attesa nell’aprire la bustina per cercare la figurina mancante?
Chi non ha indossato almeno per una volta i panni dell’abile commerciante per scambiare figurine fin troppo diffuse per giungere in possesso di quella introvabile che impediva di completare la raccolta?
Direttamente o per vie traverse, le mitiche figurine ci hanno accompagnato in un’epoca in cui il calcio non aveva tutto il supporto delle immagini di oggi.
C’erano le figurine e c’era il racconto delle partite: da sempre si può dire, c’è stato un magico incrocio fra scrittura e immagine.
Lasciando libero spazio all’immaginazione, e usando gli ingredienti in maniera creativa, Silvano Calzini ci offre un “gioco” nuovo e ci regala uno stimolo.
“Cinquanta grandi scrittori raccontati come assi del pallone”: brevi, veloci biografie che mostrano gli “eroi” della parola come “eroi” del campo.
In che ruolo avremmo collocato Nabokov o Pasolini? Che carriera avrebbe fatto Bianciardi? Quali gesta hanno reso immortale Borges?
Mille domande e mille trovate di genio quelle di Calzini.
Come dimenticare la coppia di terzini composta da Fruttero e Lucentini? Come non sorridere quando Moravia è ricordato come “er Garincha de noantri”?
Da sempre le parole ci hanno fatto sognare il rotolare di un pallone verso una rete. E seguendo il pallone, Calzini osa e spinge le parole oltre il limite della loro possibilità.
Che cosa accade se usiamo le parole e le definizioni che gli scrittori inventarono per celebrare il calcio, per raccontare, ribaltando il flusso e risalendo la corrente, gli scrittori stessi?
Come racconteremmo la vita di cinquanta autori di successo? Quale formazione comporremmo con i nostri miti letterari?
Antonio D’Orrico scrive nella sua postfazione: “Quanta sapienza calcistica e quanta sapienza letteraria Calzini riversa nelle sue figurine!”.
L’incrocio fra letteratura e calcio è ormai consolidato: grandi scrittori hanno narrato, in maniera diretta o indiretta, dei fatti calcistici e degli eroi che hanno calcato il prato verde.
Il terreno di confine è stato poi occupato, e spesso con notevoli risultati, da grandi giornalisti che hanno saputo creare definizioni mai tramontate.
L’eredità di Gianni Brera, per citare uno degli esempi più noti e riusciti, sta anche in un certo modo di guardare al calcio, tenendo uniti l’entusiasmo e il disincanto; l’amore e un leggero sospetto; la serietà e l’ironia tagliente.
Nel caso di Brera e di altri, verrebbe da dire che, al guizzo del campione sul campo, corrisponde la trovata dell’uomo di penna: l’uno segna o realizza l’assist perfetto (gli abatini dai piedi eccellenti); l’altro pennella con la parola e crea definizioni che reinventano il mondo del calcio, mostrandolo sotto un’altra luce, sotto un’altra voce.
Altre voci e altre penne hanno saputo raccontare il calcio, e ci sia lecito qui immaginare quali formazioni di calciatori/scrittori avrebbero proposto Edmondo Berselli e Beppe Viola.
Figurine I grandi scrittori raccontati come campioni del pallone Silvano Calzini Ink, 2015 Pagine 152 , € 12,00