IO LEGGO/27: IL PURGATORIO DELL’ANGELO
Maurizio De Giovanni: Il purgatorio dell’angelo
di Antonio Fresa
A Posillipo, dove la terra si congiunge dolce al mare, in una “pausa dal dolore”, il cadavere di un anziano prete turba le vite di tanti che hanno sempre visto in lui un modello di rettitudine.
Chi può avere desiderato di uccidere padre Angelo? Chi può avere ucciso un uomo che tutti ritengono quasi un santo e in tanti hanno eletto a confessore dei peccati e confidente per i segreti pensieri?
L’indagine si presenta complessa e avvincente, in una città che dovrebbe gioire per l’esplosione del mese di maggio, ad un passo dall’estate, ad un passo dalla bellezza.
Che cosa si può confessare e perché? Il commissario Ricciardi e il brigadiere Maione s’immergono nell’indagine senza risparmiarsi, anche mentre sono presi da altri pensieri, altre speranze e altre paure.
E, infatti, anche le speranze vanno a volte confessate; anche i sentimenti vanno svelati; anche i sogni o le paure possono trasformare la vita in un purgatorio.
Un delitto può macchiare un’intera vita e trasformarla nell’attesa di un giudizio definitivo; un purgatorio appunto per chi appare già angelicato.
C’è chi confessa per morire, liberandosi “finalmente” del male che l’ha schiacciato, umiliato e costretto per tanti anni. E, allora, si può accettare di morire attraverso la mano di un assassino o per una malattia terribile quasi come una liberazione, quasi come la fine di un purgatorio senza soluzione.
Anche restare prigionieri delle paure che gelano il cuore di Ricciardi, senza il coraggio di confessare il proprio dramma, può rovinare una vita, o anzi due.
Il rapporto fra Ricciardi ed Enrica, la donna cui il commissario è legato da un tormentato rapporto, si trova a un bivio cruciale e il peso dell’angoscia appare insopportabile.
Ricciardi comprende, quasi all’ultimo istante possibile, che nella confessione e nel purgatorio è, sempre e comunque, celata una speranza: il purgatorio non è definitivo, non è per sempre; esso è, invece, il luogo del passaggio fra quello che si era prima e quello che potrà apparire dopo.
E il purgatorio dell’amore può spingere a quel passo che si credeva impossibile, può spingere a un mutamento che sembrava improponibile, può spingere a una confessione che non allontana chi amiamo e lo stringe invece ancora di più a noi.
Nel corso dell’indagine, della quale non sveliamo altro, anche il brigadiere Maione dovrà passare per il suo personale purgatorio emotivo.
La realtà è spesso sfuggente e le persone non sempre sincere: Maione si ritrova al centro di un triste equivoco affettivo, perché ancora prigioniero del ricordo del figlio Luca morto in servizio.
Per inseguire quel fantasma che ancora agita i suoi sogni e pesa nella sua vita matrimoniale, il brigadiere si farà portare fuori strada e dovrà confessare a se stesso di aver commesso un grave errore di valutazione.
Maurizio de Giovanni
Il purgatorio dell’angelo
Einaudi, 2018
Pagine 328, € 19,00